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Luoghi della fede

Antiche chiese, scrigni d’arte

La diffusione del Cristianesimo

Nell’attuale territorio bardolinese, il Cristianesimo cominciò a diffondersi probabilmente tra il IV e il V secolo; durante l’episcopato dei santi Zeno e Vigilio, all’epoca vescovi rispettivamente di Verona e di Trento.

Il processo di evangelizzazione delle genti fu però lungo e influenzato da diversi fattori; come il passaggio di mercanti e soldati cristianizzati; ma anche dalla presenza degli eremiti che si stabilirono sul Monte Baldo.

Soltanto nell’alto medioevo, però, l’autorità ecclesiastica cominciò ad assumere il controllo del territorio, che fu suddiviso, intorno ai secoli IX-X, in circoscrizioni, ciascuna con la sua pieve: una chiesa speciale che era affidata a un arciprete, il pievano, il quale aveva giurisdizione spirituale su una determinata area.

Altare della chiesa di San Severo

Le pievi erano destinate alla celebrazione della Messa e ai Sacramenti e, nelle loro vicinanze, si trovavano le aree cimiteriali; proprio per questo motivo le chiese venivano edificate lontano dai centri abitati.

Sparse per il territorio vi erano anche altre chiese, oratori e cappelle.
Solo nel XV secolo, le chiese di Bardolino e Calmasino divennero autonome dalle rispettive pievi, mutando in parrocchie indipendenti, quindi con un loro parroco e un proprio fonte battesimale.

Tra la fine del 1500 e il 1700, furono edificati anche alcuni oratori privati nei pressi o all’interno delle dimore di famiglie nobiliari; come espressione della loro condizione sociale privilegiata o come atto di generosità a favore degli abitanti del luogo; ne è dimostrazione l’oratorio S. Francesco d’Assisi, fatto costruire da un conte nella sua proprietà vicino a Calmasino.

Chiesa di San Vito

Delle chiese più antiche rimangono oggi poche tracce, che si celano dietro alcune rovine, come i resti di plutei altomedievali murati sulle pareti della chiesa di S. Maria di Cisano, oppure la cripta della chiesa di San Severo e, ancora, l’ex cappella monasteriale di S. Zeno.

L’aspetto attuale delle chiese è attribuibile, perlopiù, all’arte romanica, sviluppatasi nei secoli XI e XII. 

Ciò non toglie che, in alcuni casi, gli edifici siano sorti sui resti di costruzioni antecedenti, come nel caso della chiesa di San Severo.

Cripta della chiesa di San Severo
Bardolino dipendeva spiritualmente dalla pieve di Garda, mentre l’odierna frazione di Calmasino dalla pieve di Lazise. Cisano, invece, era essa stessa sede di pieve (pieve di S.Maria).

Le Chiese di Bardolino

Clicca sulle icone delle chiese per scoprire dove sono collocate

Chiesa di S. Severo

La Chiesa di San Severo nacque tra la fine del XI e gli inizi del XII secolo.

Se consideriamo però un diploma di Berengario dell’893, la chiesa sorse sulle rovine di un edificio preesistente, come suo probabile ampliamento.

Tale edificio presentava anche una cripta, portata alla luce nei primi anni del Novecento.

La cripta, a pianta semi anulare, si trova in corrispondenza dell’abside maggiore, ad un livello di poco inferiore rispetto al piano dell’attuale presbiterio.

Esterno della chiesa di San Severo

Questa chiesa fu per molto tempo il centro della vita religiosa di Bardolino ma, nel XV secolo, quando la chiesa centrale di S. Nicolò divenne la parrocchiale, conobbe un periodo di declino caratterizzato anche da manomissioni e profanazioni.

La chiesa si presenta oggi con una facciata semplice, a salienti; l’interno è suddiviso in tre navate a copertura lignea, sorrette da colonne in laterizio e tufo.

Le pareti interne sono decorate da un ciclo di affreschi dei secoli XI e XII che raffigura scene dell’Apocalisse, del ritrovamento della Vera Croce e altri dipinti, ancor oggi visibili grazie a lavori di restauro e conservazione.

Il campanile mantiene la struttura originaria ma la cuspide conica è di costruzione molto più tarda.

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Affreschi nella Chiesa di San Severo

 Nel tardo XIV secolo fu realizzata, di fronte la chiesa di S. Severo, un’altra chiesa che era sede della Confraternita dei Disciplinati. 

Ampliata, restaurata ed infine sconsacrata, è oggi proprietà del Comune di Bardolino e viene spesso riservata ad eventi musicali.

Chiesa di San Zeno

Anche questo edificio vanta origini molto antiche; diverse fonti affermano risalga al IX secolo. 

Secondo la tradizione, la chiesa sarebbe stata edificata per volere del re Pipino, figlio di Carlo Magno, e donata nell’807 all’abbazia veronese di San Zeno Maggiore.

La chiesetta, situata in una via oggi periferica, è affiancata da un’abitazione civile; pertanto la facciata non è più visibile.

L’edificio presenta un impianto planimetrico a croce latina, con un’unica navata che poggia su sei colonne (tre per lato) in marmo rosso che sostengono ampie arcate a tutto sesto. I capitelli delle colonne sono decorati a bassorilievo con motivi quali croci, rose e foglie.

Parte esterna della chiesa ancora visibile tra le case

A documentare l’origine antica della chiesa, sono i resti di affreschi medievali scoperti duranti i lavori di restauro: nel transetto, infatti, sono ricavate due nicchie in cui furono dipinti San Pietro da una parte e la Vergine dall’altra.

Di difficile lettura gli altri affreschi presenti sulle pareti, ma sono tutti dimostrazione dell’arte carolingia.

Priva di un campanile vero e proprio, ha una campana inserita in un piccolo sostegno in muratura.

Fu fra le poche chiese del veronese rimaste illese dal terremoto del 1117.

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Altare con affreschi medievali

Chiesa di San Vito

Situata in zona collinare e circondata dagli ulivi, precisamente in località Cortelline di Bardolino. Questa chiesa risale, secondo la documentazione scritta, agli inizi del XV secolo; in realtà, anche in questo caso, è verosimile un’origine più antica (IX-X secoli), come esprimono i frammenti lapidei altomedievali ritrovati al suo interno.

Intorno ai secoli XII e XIII, invece, l’edificio dovette essere restaurato e dotato del campanile romanico. Più avanti, nel Settecento, subì altri interventi come il rifacimento della facciata (a capanna) e l’abbattimento dell’abside, sostituita da un coro più ampio.

L’interno è a unica navata e sulle pareti sono murati i frammenti di un reliquario alto medievale scolpito a bassorilievo.

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La chiesa di San Vito tra viti e ulivi

Chiesa di San Pietro

Si tratta di un oratorio, situato ai piedi del promontorio chiamato “la Rocca”, documentato dal XIII secolo.

La facciata a capanna è stranamente rivolta a nord (le chiese romaniche erano rivolte a ovest); sopra l’ingresso vi sono i resti di una pittura che raffigura San Pietro, realizzata da Bartolomeo Zeni, pittore bardolinese del Settecento. Sul lato ovest svetta il campanile quadrangolare.

La chiesa, all’interno, è a navata unica e porta all’altare di marmo, in prossimità del quale ci sono le statue di S. Francesco e di S. Lucia che poggiano su due pilastri di epoca romana scolpiti a bassorilievo.

Alcuni interventi settecenteschi, come la ricostruzione dell’abside e l’allungamento della navata, conferiscono alla chiesa l’aspetto attuale.

Tra il 2010 e il 2012, durante i lavori di restauro della chiesetta, sono emersi i resti di una necropoli romana. Tra le sepolture ritrovate ve n’è una di epoca longobarda di un uomo, inumato con la sua spada e tutto il suo corredo. La chiesa, nel corso dei secoli, si sviluppò dunque sopra questi resti di aree funerarie romane e altomedievali.

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L'interno della chiesa di San Pietro

Chiesa di Santa Maria

Questa chiesa di Cisano, menzionata già in un atto del 915, era inizialmente (al tempo in cui era pieve) intitolata a San Giuliano.

Sorse sulle rovine di un sacello altomedievale, le cui tracce furono ritrovate dietro l’attuale abside. Sulla facciata e sulla parete settentrionale furono murati frammenti di plutei, sempre dell’alto medioevo, raffiguranti anche tralci, foglie e grappoli d’uva.

Quando si affermarono sul territorio le parrocchie autonome, a discapito dell’organizzazione in pievi, questa chiesa perse un po’ del suo valore. La struttura subì dei danni, probabilmente con il terremoto del 1117 e fu ricostruita in seguito.

Nel 1854, la chiesa romanica fu demolita in buona parte e si salvò solo la facciata (a capanna, realizzata in ciottoli e muri in laterizio) e l’abside.

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Chiesa di Santa Maria a Cisano
Di costruzione certamente più recente, sono le attuali chiese parrocchiali di Bardolino e di Calmasino.

Chiesa dei S.S. Nicolò e Severo

L’imponente chiesa neoclassica di S. S. Nicolò e Severo che oggi posiamo ammirare in pieno centro a Bardolino, nella grande piazza prospiciente il lago, fu costruita nel corso dell’Ottocento.

Sorse sulla primitiva chiesetta romanica di San Nicolò, protettore dei naviganti, che risaliva al XIII secolo. Nel XV secolo divenne parrocchiale assumendo anche la dedicazione a San Severo, poiché la chiesa di S. Severo, fino a quel momento, era stata la più importante di Bardolino.

Esternamente l’edificio si presenta con una facciata palladiana, preceduta da un pronao monumentale in stile neoclassico con timpano sorretto da quattro colonne di ordine gigante e capitelli corinzi.

Un’ampia scalinata rialza la chiesa dalla piazza antistante.

La chiesa ha un impianto planimetrico a croce latina con ampia aula rettangolare, un transetto trasversale alle cui estremità si trovano l’altare di S. Giuseppe, a sinistra, e l’altare della Madonna del Rosario, a destra.

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La chiesa di S.S. Nicolò e Severo in Piazza Matteotti a Bardolino

Chiesa di San Michele Arcangelo

In uno dei punti più alti e panoramici di Calmasino, è situata la Chiesa di S. Michele Arcangelo.

L’attuale chiesa fu edificata tra 1766 e 1774. Anche in questo caso, l’edificio fu costruito come ampliamento di una costruzione antecedente, in questo caso dell’antica chiesetta di S. Michele, documentata dal 1170.

Esternamente l’edificio si presenta con una facciata divisa in tre parti: un corpo centrale a capanna e due strette ali laterali. Al centro si apre il portale d’ingresso. Internamente, la navata è coperta da due volte a vela, dove sono dipinti “S. Michele che folgora i demoni” e “S. Michele che incatena gli angeli ribelli”.

Nel 1969 fu costruito, a lato della chiesa, un oratorio intitolato a Sant’Anna.

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Facciata della chiesa di San Michele

La presenza dei monaci

Alle istituzioni ecclesiastiche locali s’intrecciò, nell’alto e nel pieno medioevo, la presenza dei monaci colombaniani, che possedevano numerose proprietà in zona.

Il loro insediamento qui, era motivato anche dagli aspetti territoriali e climatici del Lago che, come sappiamo, erano idonei alla coltivazione delle olive, il cui olio era impiegato nei riti liturgici.

A Bardolino sorsero due celle monastiche: quella di San Colombano, che dipendeva dal Monastero di San Colombano di Bobbio (Piacenza) e che divenne priorato; e la chiesetta di San Zeno, dipendente dal monastero di San Zeno Maggiore (Verona).

La prima, è stata sconsacrata e venduta a privati (Corte San Colombano), mentre la seconda è oggi proprietà del Comune di Bardolino.

Molto più tardi, nel XVII secolo, vi fu una ripresa del monachesimo, grazie agli eremiti camaldolesi che s’insediarono sulla Rocca di Bardolino, dove costruirono la chiesa di San Giorgio e dove, nonostante alcune vicissitudini del passato, i monaci sono tutt’oggi presenti.

Chiesetta dell'Eremo

Eremo di San Giorgio

L’Eremo fu fondato dai monaci benedettini camaldolesi provenienti dal monastero di Monte Rua che, nel 1663, entrarono in possesso del terreno sul Monte San Giorgio, grazie a una donazione di un nobile veronese.

I lavori di costruzione continuarono per tutto il secolo XVII e furono completati con l’edificazione della chiesa nel 1704. In seguito al decreto napoleonico del 1810, che sopprimeva tutti i conventi e gli eremi presenti nel Regno d’Italia, l’Eremo fu abbandonato e la struttura fu occupata da contadini fino al 1885, quando vi tornò a risiedere una comunità camaldolese.

Da allora ai giorni nostri, il complesso monastico di S. Giorgio è rimasto di proprietà degli eremiti, ad eccezione del decennio 1962 – 1972 quando, a causa dell’impossibilità per la comunità camaldolese di sostenere la gestione degli edifici e dei terreni, fu affidato alla diocesi di Verona.

Panoramica dell'Eremo di San Giorgio sulla Rocca

L’eremo, circondato dal verde e situato in un punto panoramico, è raggiungibile in auto ma se si vuole apprezzare il paesaggio, è consigliabile fare il percorso a piedi.

L’architettura della chiesa è molto sobria: lo schema planimetrico è, infatti, ad aula unica senza abside con affiancate quattro cappelle più piccole (dedicate alla Madonna, a San Romualdo, a San Benedetto e a Sant’Antonio).

La giornata dei monaci è dominata dal silenzio e dalla preghiera; l’eremo non è aperto a visite turistiche, ma esiste la possibilità di essere ospitati a trascorrere qualche giorno di preghiera, pur nel rispetto del principio “ora et labora”, tipico dello spirito benedettino.

Presso la Portineria dell’Eremo c’è una piccola rivendita di prodotti come l’Olio Extravergine d’Oliva, prodotto dagli ulivi secolari che circondano l’Eremo e miele di produzione dei monaci.

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Vista dall'Eremo di San Giorgio

La comunità attualmente presente all’eremo di San Giorgio appartiene all’antica Congregazione camaldolese dell’ordine di San Benedetto, che ha la sua casa madre a Camaldoli (Arezzo), fondata tra il 1012 e il 1024 da San Romualdo di Ravenna.